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"Al lettore di poesia auguro di imbattersi più spesso di quanto non gli accada in versi caratterizzati da una sobrietà densa e intelligente come questi di Fulvio Segato. Se non ho scorso troppo superficialmente la sua nuova raccolta, mi sembra di poter constatare che il passato, la memoria con nostalgie e rimpianti, non vi trova uno spazio privilegiato (anche se ero giovane abbastanza ci soccorre con una serie di 'informazioni' utili). C'è qualche avvisaglia di futuro, ma di norma i testi rispondono a un presente che, per natura drammatico e fuggevole, va percepito e trascritto in ogni suo motivo. Nulla di enfatico, a dar tinte eccessive a queste liriche, eppure quell'io che comincia dichiarando di avere 'molte schegge di vetro /fra le dita, sulle braccia, / fin sul collo e altro ancora' avrebbe ben potuto debordare, sulla scia di un così insolito attacco. E invece - per passaggi tra descrittivi e metaforici - lo sguardo va al cielo, al mare, al bosco, all'arcobaleno, per tornare, in un clima sospeso, al sé, 'cuore vitreo' e 'anima di cristallo'." (Silvio Ramat)